Premesso che:
il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, reca "Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19";
in particolare, l'articolo 90 prevede che "la quota di cui all'articolo 71-octies, comma 3-bis, dei compensi incassati nell'anno 2019, ai sensi dell'articolo 71-septies della legge 22 aprile 1941, n. 633, per la riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi, è destinata al sostegno degli autori, degli artisti interpreti ed esecutori e dei lavoratori autonomi che svolgono attività di riscossione dei diritti d'autore in base ad un contratto di mandato con rappresentanza con gli organismi di gestione collettiva di cui all'articolo 180 della medesima legge", e che, "con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze sono stabiliti i requisiti per l'accesso al beneficio, anche tenendo conto del reddito dei destinatari, nonché le modalità attuative della disposizione";
l'articolo 6, comma 4, del decreto ministeriale 30 aprile 2020, adottato dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, è stabilito che "i contributi di cui al presente decreto sono erogati al lordo delle ritenute di legge, applicate da ciascun organismo di gestione collettiva in relazione alle somme trasferite ai propri iscritti, autori, artisti interpreti ed esecutori o agenti mandatari";
considerato che:
la mancata indicazione specifica sulla natura del contributo di cui all'articolo 90 citato ha generato un'interpretazione disomogenea delle disposizioni e, conseguentemente, a seguito un'applicazione disomogenea da parte degli organismi di gestione collettiva, si è generata una discrepanza di trattamento a danno di autori, artisti interpreti ed esecutori e lavoratori autonomi del settore;
il Ministero dell'economia, a seguito di richiesta di chiarimenti formulata dal Ministero per i beni culturali, ha specificato che le misure di sostegno del reddito, come quella di cui all'art. 90, sono considerate redditi sostitutivi ai sensi dell'articolo 6, comma 2, del testo unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, e, in quanto tale, assoggettabili a imposizione;
valutato che, al fine di tutelare i lavoratori del settore, risulta opportuno ed urgente specificare la natura del contributo di cui all'articolo 90, nel senso di stabilire che la misura di sostegno al reddito sia esente da ogni ritenuta e non concorra alla formazione del reddito imponibile ai sensi del testo unico,
si chiede di sapere, tenuto conto delle ragioni fondanti della misura di sostegno al reddito e delle previsioni contenute in altre disposizioni dello stesso decreto, quali urgenti iniziative i Ministri in indirizzo intendano intraprendere al fine di ristabilire, con riferimento al regime fiscale da applicare, omogenee modalità di erogazione del contributo.
in un articolo pubblicato recentemente sul quotidiano "Italia Oggi", il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, rileva che il decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, detto decreto ristori, in relazione alla drammatica situazione economica determinata dall'emergenza coronavirus, non prevede misure di sostegno nei confronti di numerose categorie sociali e produttive, che invece necessitano urgentemente di adeguati interventi di tutela;
rileva ad esempio che il decreto-legge non contempla fra le misure indicate interventi in favore dei tanti proprietari di immobili e locali commerciali che da mesi non ricevono più il reddito da locazione (spesso la loro unica o principale entrata economica neppure elevata) a causa dell'assenza di inquilini (turisti e studenti) o per situazioni di morosità negli affitti di lunga durata; così come il provvedimento d'urgenza non stabilisce aiuti (anche se in questo caso dovrebbe parlare di risarcimenti) neanche in favore dei proprietari che stanno subendo il blocco generalizzato degli sfratti: di fatto, l'espropriazione dell'immobile per quasi un anno;
nei confronti di tali categorie non sono stati disposti, infatti, neanche sgravi dell'IMU (giudicata da Confedilizia una sorta di patrimoniale sempre più insopportabile che necessiterebbe invece di un'estesa opera di riduzione, mentre continua ad essere dovuta persino sugli immobili sfitti);
ulteriori criticità che l'articolo evidenzia si rinvengono dalla mancata soppressione (considerata la situazione drammatica) della norma che impone la tassazione reddituale ai fini IRPEF, persino dei canoni di locazione non percepiti dai proprietari;
secondo Confedilizia, anche la misura del credito d'imposta per gli affitti commerciali in favore degli esercenti-conduttori cedibile ai proprietari-locatori, che consiste nel meccanismo in forza del quale il Governo si fa carico del 60 per cento del canone a determinate condizioni (un sistema che servirebbe anche negli affitti abitativi), necessita di essere migliorata, considerato che è stato previsto per i mesi di ottobre, novembre e dicembre, limitatamente alle attività interessate dall'ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 ottobre 2020, dopo che precedenti provvedimenti lo avevano previsto, per il periodo marzo-giugno, per la generalità delle attività economiche;
anche la cancellazione della seconda rata dell'IMU, per gli immobili nei quali si esercitano le attività limitate dal nuovo decreto, a giudizio della Confederazione, necessita di essere perfezionata, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate, considerato che, nella formulazione attuale, la norma appare discriminatoria nei confronti dei titolari di immobili proprietari, che concedono in affitto il locale a chi esercita l'attività limitata;
tali osservazioni, a giudizio dell'interrogante, appaiono indubbiamente condivisibili, in relazione alle diverse criticità che il decreto-legge prevede nell'ambito delle disposizioni richiamate, nei confronti delle quali occorrono pertanto urgenti misure correttive, finalizzate a tutelare e a sostenere sia i titolari di immobili, che i locatori nell'attuale fase emergenziale socioeconomica che il Paese sta attraversando,
si chiede di sapere:
quali valutazioni di competenza il Ministro in indirizzo intenda esprimere con riferimento a quanto esposto;
se non convenga che le osservazioni evidenziate da Confedilizia siano condivisibili e necessarie;
quali iniziative urgenti intenda intraprendere, al fine d'introdurre le misure evidenziate dall'associazione e particolarmente attese dal settore.